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Abruzzo: La natura ringrazia

Gran-Sasso-AbruzzoL’Abruzzo è il custode di uno dei più vasti sistemi di aree protette d’Europa, pari ad un terzo del territorio. Ha il carattere riservato della gente di montagna che non ama mettersi in mostra. Nonostante abbia ricchezze pari, se non superiori, ad altre regioni che ostentano con maggiore opulenza i loro gioielli.

E’ prevalentemente abruzzese uno dei Parchi più belli d’Europa, quello d’Abruzzo, Lazio e Molise, tra i primi nati al mondo. Il nucleo originario risale al 1872. In località Camosciara fu costituita una Riserva Naturale per proteggere il Camoscio abruzzese e l’Orso Bruno marsicano.

La regione dei parchi

Appennini-AbruzzoOggi la regione conta, insieme a 3 Parchi Nazionali (della Majella, del Gran Sasso e Monti della Laga, e il già citato d’Abruzzo, Lazio e Molise), oltre 30 tra Riserve Naturali Regionali e Statali, Parchi Territoriali Attrezzati e Parchi Regionali. Una sorta di grandioso “Parco diffuso”. I centri di visita, i musei, gli orti botanici, i centri di educazione ambientale, gli archivi fotografici, i centri di ricerca scientifica, conservano gli ecosistemi e, contemporaneamente, raccontano la storia complessa della regione, crocevia di antiche culture.

In Abruzzo la montagna offre gli scenari più diversi: nell’Appennino centrale, con aree come il Parco regionale del Sirente Velino (al confine con il Lazio), dove dominano, dai mille metri in su, boschi di querce, di faggi e betulle, rare fioriture come il giglio rosso, l’orchidea e il narciso selvatico, e come l’area del Monte Salviano presso Avezzano, che prende probabilmente il nome dalla Salvia officinalis, la pianta più rappresentativa della zona.

Ambienti spettacolari sono presenti anche nei rilievi a ridosso della costa, come quelli dei Calanchi di Atri (in provincia di Teramo), una delle manifestazioni più appariscenti di erosione accelerata del suolo argilloso, dove hanno trovato rifugio i rari falchi pecchiaioli e le starne. Non mancano le leggende ed i misteri: alle falde del Monte Silente, lungo la strada tra Rocca di Mezzo e Secinaro c’è un laghetto di forma ellittica il cui bacino si suppone sia stato creato da un meteorite caduto tra il 300 e il 400 d.C., il primo riconosciuto in Italia.

Un’attenzione particolare meritano fiumi e laghi di molte aree protette: c’è la Riserva Naturale Sorgenti del Pescara con i fiumi Aterno Pescara, Giardino e S.Calisto; la Riserva Naturale Regionale Zompo lo Schioppo, nella provincia dell’Aquila, con lo spettacolare salto di 100 metri del torrente Lo Schioppo; i laghi di Penne e quello di Serranella dove esiste un progetto per la tutela della rara testugine d’acqua; le Sorgenti sulfuree del Lavino immerse in un paesaggio unico, caratterizzato da aceri e ginestre, e quelle del Vera, dove rimangono i ruderi di antiche attività produttive legate ai fiumi.

Infine la fauna protetta, simbolo della regione: ci sono l’Orso Bruno marsicano, l’Aquila reale e il Camoscio abruzzese nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; c’è il Gatto selvatico, la Cicogna bianca nel Parco Regionale del Sirente Velino, il Ghiro nella Riserva Naturale Sorgenti del Pescara, la Puzzola nella Riserva Naturale Regionale Lago di Penne.

L’avvento del turismo

Abruzzo-fiumeAll’inizio l’istituzione delle Riserve è stata interpretata dalle popolazioni locali come un freno allo sviluppo dell’industria e dell’edilizia. Poi si è visto che l’area protetta era invece fonte di sviluppo. Diventava un’impresa socialmente utile e anche redditizia, specialmente attraverso il turismo. Ed è proprio il turismo legato ai Parchi, alle Riserve Naturali e alle oasi che negli ultimi anni ha fatto registrare un incremento di presenze. Merito della estrema varietà del paesaggio.

In più, come gioielli incastonati tra i monti, sono disseminati decine e decine di paesi, testimonianze di un passato che ha fatto grandi alcuni centri storici all’interno o ai margini delle aree protette: tra questi, Celano con l’imponente Castello del ‘400 che ospita il Museo Nazionale d’Arte Sacra della Marsica, e Rocca di Mezzo, al centro dello stesso Parco con le mura medioevali e il Museo d’Arte Sacra Cardinale Aglifili; l’antica Penne poi, ai bordi dell’omonimo Parco, con le chiese del Medioevo ed il Museo Civico Diocesano, e Guardiagrele, ricca di storia, artigianato, cultura e tradizioni.

Scanno, il segreto del gioiello d’Abruzzo

Tra i borghi più caratteristici, aggrappata a uno sperone roccioso, Scanno custodisce tra le sue stradine un paio di segreti: quelli che gli consentono, da secoli, di creare raffinati merletti e, soprattutto, gioielli di rara bellezza. Gli artigiani locali lavorano la filigrana, tecnica che prevede una destrezza sconosciuta all’oreficeria industriale moderna, impegnata a produrre gioielli in serie. A Scanno le donne anziane sfoggiano ancora al collo la tradizionale collana cannatora e ai lobi le circeje, orecchini di gusto orientale. Ma anche gli anelli nuziali sono particolari, simili a fedi bizantine, presentano due mani intrecciate su un cuore o unite a nastro su una fascia.

Scanno-AbruzzoScanno presenta anche un’altra particolarità: con le sue strade lastricate in salita, i vicoli sormontati da archi di riparo, le signore anziane vestite rigorosamente di nero, a partire dagli anni 50 è stata in molte occasioni scelta come interprete dell’anima più profonda e vera dell’Abruzzo. Il paese, infatti è stato più volte immortalato da alcuni tra i fotografi più famosi del mondo: Henri Cartier Bresson e Mario Giacomelli ne hanno catturato la vita quotidiana, Berengo Gardin, invece, ha preferito documentare le architetture e le attività produttive oggi scomparse, a partire da quella lavorazione della lana nera con cui per secoli si sono tessute le tonache dei monaci.

 

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