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Provenza – La “ribelle” regione dei Papi

Provenza-olive-al-mercato-FranciaLa storia, la cultura, le tradizioni e persino la gastronomia fanno della Provenza una regione un po’ “ribelle”, certamente la meno francese di tutte. Questa regione storica, infatti, appartiene alla Francia solo come entità amministrativa, ne è una figlia legittimamente riconosciuta ma non naturale. In campo culinario non ci sono incertezze. Mentre nel resto della Francia si usa il burro qui, come nella vicina Italia (la somiglianza tra “palati” è evidente), si usa l’olio d’oliva.

Stato di Provenza

E se ancora ci fosse bisogno di confermare questa diversità, basta dare un’occhiata ai libri di storia. Si scopre allora che, a cominciare dal I sec. a.C., la Provenza era già provincia romana quando invece il resto dell’attuale Francia era celtica.

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Palazzo dei Papi di Avignone

E quando con la spartizione dell’impero Carolingio la Provenza toccò a Lotario, che ne fece un’unità politica e territoriale autonoma col ducato di Lione, i connotati di questa terra si definirono ancora di più. Le sue città conobbero uno sviluppo ignoto agli altri centri francesi, e la diversità dello “stato di Provenza” fu rafforzata nel secolo XV, dal trasferimento del papato ad Avignone.

Solo nel 1486 clero, nobiltà e terzo stato chiesero la riunione della Provenza alla Francia, e nel 1539 venne imposto l’uso del francese come lingua amministrativa. Avignone e il Comtat Venaissin continuarono ad appartenere al papato, e furono annessi alla Francia nel 1791.

In Provenza si parlava, e si parla ancora oggi, un dialetto della lingua d’oc, cioè l’occitanico, diverso dalla lingua d’oil quale si parlava a Parigi e che poi si è imposto al resto della Francia.

Provenza-edifici-tipiciSi dice che l’atmosfera della Provenza sia particolare. E’ la sua varietà geografica che la rende unica. Il cielo di Provenza è di un azzurro speciale, ma anche il candore dei suoi calcari, le foglie argentee degli ulivi, il verde cupo dei pini marittimi e delle profumatissime erbe che tappezzano i terreni delle garrigues sono più luminosi che altrove.

La leggenda

Esiste una curiosa leggenda tra i pastori della Crau, la grande pianura che si estende tra le Alpiles, il Rodano e il mare. E’ una distesa di sassi e ciottoli accumulatisi, in certe zone, per uno spessore di 15 metri. La tradizione vuole che Ercole, lottando contro i Liguri, avesse esaurito le frecce e avesse invocato l’aiuto di Giove, che fece piovere sui nemici una tale grandinata di pietre, da lasciarne coperto il paese.

Provenza-il-fiume-Rodano
Fiume Rodano

Pare, invece (i geologi, come tutti gli scienziati, hanno la tendenza a distruggere le leggende), che i massi a migliaia siano un “regalo” fatto a questa piana dal fiume Durance che, prima di essere un affluente del Rodano, si gettava direttamente in mare. La Crau sarebbe dunque un vasto delta prosciugato. Ma i provenzali alle loro tradizioni ci tengono, eccome, persino in maniera eccessiva, e preferiscono di gran lunga la prima versione dei fatti…

Qui est Babbo Natale?

E le tradizioni nel sud della Francia sono diverse dal resto della Francia anche per quanto riguarda il Natale. Qui il Natale è senza neve, senza le guglie gotiche delle cattedrali dei Paesi nordici, senza le piazze dei palazzi severi rallegrate dalle bancarelle dei mercati del Bambin Gesù. Straordinario e unico proprio perché non concede quasi nulla agli stereotipi natalizi, eppure molto sentito.

E Babbo Natale? Qui è snobbato come in nessun altro posto al mondo. Nel Midi francese, infatti, il presepe ha resistito allo strapotere del pino natalizio, con la sua folla in miniatura di mugnai, contadine, gitani e marsigliesi, pescatori e briganti: sono i santon, le statuine provenzali del presepe, tutte in argilla colorata. E Gesù Bambino ha la meglio su Santa Claus, gli arbusti della macchia mediterranea sull’agrifoglio nelle ghirlande ornamentali e i motivi delle stoffe provenzali sulle decorazioni d’oro e d’argento.

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