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Lago di Bolsena: un oasi di pace

il borgo di Bolsena
Il borgo di Bolsena

I viandanti che un tempo percorrevano a passi lenti la via Francigena alla volta di Roma si trovavano inevitabilmente ad attraversare il lago di Bolsena e a percorrere le sue sponde. Certo, la strada non era in condizioni ottimali: fangosa d’inverno e polverosa in estate, con locande e osterie sporche e misere. Ma il paesaggio compensava i disagi regalando scorci  e colori bellissimi: il verde cupo delle colline boscose; il blu del cielo in lontananza; l’azzurro e il verde del lago; la massa scura del borgo medievale, arroccato su un’altura, con il suo pugno di case e l’imponente mole del castello.

Tuttora questo borgo laziale riserva ai visitatori le stesse emozioni e sensazioni di secoli fa. Il castello ospita infatti il Museo territoriale del lago di Bolsena, cinque sezioni che raccontano una storia plurimillenaria fatta di avvenimenti spesso tragici e rovinosi, partendo dai primi insediamenti preistorici del villaggio villanoviano di Gran Carro (IX sec. a.C.), cinque metri sotto la superficie del lago, e contemplano anche il patrimonio di tradizioni e folclore che Bolsena non ha mai rinnegato e che riemerge nelle festività religiose.

Visitando il museo si penetra fino alle origini di questo territorio, quando una serie di bocche vulcaniche punteggiava l’area dove ora si trova il lago, scaricando ceneri e lapilli e riversando immense quantità di lava fluida. Fu una serie di esplosioni a provocare lo sprofondamento che portò alla formazione del bacino occupato oggi dal lago.

Sul Lago di Bolsena a vele spiegate

isole nel lago di bolsena
Le isole del lago in lontananza

Il lago, il più ampio lago craterico esistente in Europa con i suoi 114 chilometri quadrati di estensione, che si raggiunge da Bolsena per un bel viale bordato di platani e costeggiato da un percorso pedonale, ideale per le passeggiate in qualsiasi stagione. Da qui ci si può imbarcare per il giro del lago e raggiungere le due isole presenti: Martana, simile a un cetaceo che emerge dalle acque, fitta di lecci, ulivi e agavi che celano resti del convento di S.Stefano e di un’antica fortezza; e Bisentina, che ospita un percorso sacro con cinque cappelle.

Ma si può anche scegliere di compiere il periplo in auto, per immergersi in un bucolico paesaggio di viti e olivi digradanti verso il lago e raggiungere, tra gli altri, Montefiascone, il piccolo borgo di Marta, Gradoli.

le sponde del lago di Bolsena in autunno
Le sponde del lago in autunno

Il lago può vantare acque pulitissime e un equilibrio ecologico invidiabile. Le ricerche volute dal Comune di Bolsena hanno permesso di scoprire, in profondità, molte sorgenti purissime. Di conseguenza i pesci abbondano e ci sono ancora pescatori che cuociono, sui fornelli a gas sistemati nelle barche, la sbroscia, tipica zuppa di pesce di lago a base di acqua anch’essa di lago, “pescata” con un’apposita bottiglia a sette metri di profondità. A condire il tutto olio extravergine di oliva che, grazie al particolare microclima del lago, si rivela particolarmente saporito, con un retrogusto di erba di campo. E non resta che brindare con il bianco dei monti Volsini, il celebre Est! Est! Est! di Montefiascone.

L’Isola Bisentina

Questa isola sotto ogni aspetto è veramente bella, del resto il lago stesso con le sue acque trasparenti e circondato da ogni parte da fertili colli è molto ameno, e queste alte rupi boscose e queste rive recano tanta gioia che quando voglio vivere in pace, lontano dalla folla, in nessun luogo sto meglio”. Così diceva l’umanista Paolo Cortesi nel dialogo De hominibus doctis sul finire del XV secolo; e gli rispondeva il giovin signore dell’isola Bisentina, Alessandro Farnese, destinato a diventare papa Paolo III: “Anch’io quando desidero oziare o leggere qualcosa senza che mi si disturbi, oppure meditare su qualche problema, vengo volentieri in questo luogo ameno”.

La bellezza e la quiete dell’isola Bisentina sono rimaste intatte fino ad oggi. Chi vi si avvicina lentamente in barca, vede apparire all’orizzonte, sopra le cime dei pini, degli olmi, platani e olivi, una cupola imponente e poco a poco disegnarsi una chiesa rinascimentale, quasi si trovasse al centro di Roma; e infine su una rocca a picco sul lago un armonioso tempietto ottagonale.

Ma le sorprese non sono finite; approdando nel porticciolo e seguendo un sentiero che sale al monte Tabor, alto 55 metri sul livello del lago, si trovano fra lecci e rovi alcune rustiche cappelle. D’estate è inoltre possibile bagnarsi in una delle tante spiaggette dell’isola che poco hanno di lacustre perché il fondo è roccioso con pietre piatte digradanti nelle acque.

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