Itadakimasu è una parola che i giapponesi usano quando si comincia a consumare un pasto o anche prima di accettare l’offerta di una semplice tazza di tè. Anche in Italia, ovviamente, c’è la parola buon appetito, ma il senso che noi gli diamo è molto diverso. Itadakimasu è un modo per esprimere gratitudine e rispetto per il cibo che sta per essere consumato. Rappresenta il riflesso dell’atteggiamento culturale che anticamente considerava gli alimenti come doni del divino. Dicendo “Itadakimasu”, si riconosce l’impegno di tutti coloro che sono coinvolti nella preparazione del pasto, compresi i contadini, i pescatori e il cuoco, e si esprime apprezzamento per l’opportunità di gustare il cibo.
Questa cultura alimentare è molto attenta al ciclo delle stagioni e all’immensa ricchezza che la natura offre. Natura che è l’ispiratrice di questa cucina, della ricercatezza dei suoi accostamenti cromatici, del suo senso estetico nella composizione e presentazione dei cibi.
Tutti questi elementi concorrono a creare l’esotica suggestione procurataci dall’arte culinaria giapponese, in cui le decorazioni dei piatti devono essere curate e non viene mai meno quella particolare attenzione che porta a rispettare e a esaltare il buon sapore e al contempo la naturalezza di ogni alimento. Nella cucina giapponese, infatti, l’estetica del piatto è molto importante. Si pesta grande attenzione alla disposizione dei cibi, alla combinazione dei colori e alla scelta dei contenitori. Gli alimenti sono spessi disposti in modo armonioso e bilanciato, per creare un piatto attraente dal punto di vista visivo. Per giungere infine a esternare la propria gratitudine con le parole “Gochiso sama deshita”, ovvero “grazie per il cibo eccellente”.
