I nostri articoli

Hong Kong: Un giorno da ricordare

Allo scoccare della mezzanotte dell’ormai lontano 30 giugno 1997 la gloriosa Union Jack fu definitivamente ammainata, ripiegata secondo il rito immutabile e portata a bordo del panfilo reale Britannia pronto a salpare le ancore. Sul ponte, il principe Carlo d’Inghilterra diede l’ultimo saluto a uno dei porti più belli del mondo. A una Hong Kong illuminata a giorno sulla quale, festeggiata da migliaia di fuochi d’artificio, venne issata la bandiera rossa della Repubblica Popolare Cinese.

Hong-Kong

Ma che qui, di popolare, ha solo il nome. Hong Kong, infatti, è diventata la vetrina di quella potenza economica cinese che è riuscita nel paradosso di diventare capitalista senza rinunciare al comunismo. E’ stato anche un ponte gettato verso l’Occidente, per continuare ad attirare investimenti stranieri. Una scelta fatta già da tempo con la decisione di mantenere per 50 anni l’economia di mercato e un’ampia autonomia fiscale e monetaria. “Un Paese, due sistemi” sentenziò a suo tempo Deng Xiaoping, e questo è il sistema di Hong Kong, ovvero la nuova Cina.

paesaggio-urbano-notturno-Hong-KongChi va ancora alla ricerca di memorie coloniali deve quindi cambiare destinazione. A 25 anni di distanza dall’addio definitivo, a parte la guida a sinistra il Regno Unito è già lontano. Restano solo alcune passioni ormai radicate come il cricket e il golf, le corse dei purosangue e i club esclusivi, oltre a qualche centinaio di Rolls-Royce.

Ma perché allora andare fino a Hong Kong? Perché resta uno dei luoghi più belli del mondo, al centro di tutte le rotte d’Oriente. E anche perché è la metropoli in cui si possono davvero percepire tutti gli elementi di quell’Asia proiettata al futuro. Concentrati tutti in un’unica città.

Verified by MonsterInsights