I nostri articoli

Hong Kong, la città dello shopping

shop-city-Hong KongShop City

Non c’è bisogno di alibi. I templi? Tre o quattro. Qualche museo, non impegnativo, un’ottima cucina. Ma la parola d’ordine, da proclamare senza pudori, è una sola: shopping. Già, perché la maggior parte di chi giunge a Hong Kong lo fa con un preciso scopo ludico e consumistico. E, quando viene spalancato il portellone nell’ingegneristico aeroporto progettato da Norman Foster, sulla penisola di Lantau, si apre la caccia. Un profondo respiro e ci si immerge in questa città bellissima e frenetica, esaltante ed ammaliante. Ci si lascia trascinare nel vortice di migliaia di persone in perenne movimento, di giorno e di notte.

Qui, dove tutto è proiettato al futuro, si è costretti a risparmiare su una sola cosa: lo spazio.

Il territorio

La città è stretta da una baia bellissima, orlata da più di 250 isole e trafitta da tunnel sotterranei che collegano le prime due. E’ divisa in quattro aree: L’isola di Hong Kong, sede del Central District, cuore finanziario e commerciale; la penisola di Kowloon, sul lato settentrionale del porto; ed infine i Nuovi Territori e le Isole esterne.

E’ a Kowloon che vive la maggior parte dei 7milioni di abitanti. Più di 2milioni di persone su una superficie di 47 kmq! Per una densità di abitanti per metro quadrato dieci volte superiore a quella di New York. Qui la metropoli si è dovuta necessariamente sviluppare in altezza.

Hong KongQui sono nati mostruosi cimiteri come il Diamond Hill, otto piani fitti di loculi. Ed edifici popolari dove vive circa la metà dei residenti. Prototipi di queste micro città, dotate di ufficio postale, scuola, mercato interno e persino campi da gioco, alcuni condomini abitati anche da più di 40mila persone, stipate in appartamenti di 30-40 mq nei quali vivono anche sei persone.

Nulla al confronto con i quartieri-dormitorio delle città erette nei Nuovi Territori, abitati inizialmente da profughi indocinesi giunti nel 1975 dopo la caduta del Vietnam del Sud, o con i casermoni di Aberdeen, dove le abitazioni per due persone sono di circa 12 mq: letti a castello, una finestra e lunghi pali di bambù per il bucato appesi all’esterno insieme ai condizionatori. Nel porto di Aberdeen è addirittura nata una città galleggiante brulicante di pescatori e di immigrati clandestini.

Grattacieli-Hong-Kong

La doppia anima di Hong Kong

Hong Kong è una citta che non lascia indifferenti. Le straordinarie vedute rimandano l’immagine di una Hong Kong splendente, con uno skyline compatto trafitto da grattacieli la cui sagoma è moltiplicata all’infinito dalle superfici a specchio. Acciaio e vetro, cristallo e marmo per una panoramica luminosa che si fa opaca e grigia a mano a mano che cambia la prospettiva.

Invertendo l’ottica, calandosi nelle strade, l’apparente mondo perfetto degli dei della finanza e dei grattacieli cede il passo alla frenesia della gente comune. La pietra si fa cemento, l’acciaio bambù, dai quali penzolano condizionatori arrugginiti. Incuneandosi nelle strade, fra i palazzi, si sente odore di fritto e profumo di fiori, sporco e sudore, smog e cinguettio di uccelli, risa e pianto.

Una massa indistinta di giovani e vecchi, donne e uomini, fra le bancarelle di mercati, negozi traboccanti di merce e strade interamente dedicate ai prodotti della medicina cinese, come alla tecnologia o ai pesci, si muove leggera, mentre per i lucidi corridoi, che collegano in un inestricabile reticolo sotterraneo shopping center, hotel, metropolitane, negozi, edifici, risuona il ticchettio delle tai-tai, le “incredibili compratrici”, impegnate a saccheggiare le carte di credito dei facoltosi mariti.

Per star dietro al loro tour massacrante tra le varie boutique “ci vuole un fisico bestiale”. E per chi non ce la fa proprio c’è sempre la riflessologia plantare…

Verified by MonsterInsights