La lingua australiana od “aussie” è uno slang tutto particolare ed occorre parecchio tempo per comprenderlo bene. Nelle principali città è semplice e fresco, forse il miglior inglese d’oltre Manica, ma appena superati i confini cittadini si trasforma in una parlata divertente a volte incomprensibile se non si sa di cosa si stia parlando, o quale sia il seno di alcune frasi.
La lingua australiana
La lingua australiana parlata ha fatto tesoro della cultura aborigena tentando di rendere comprensibili alcuni concetti altrimenti intraducibili.
E’ il caso di Songlines, le Vie dei Canti, concetto di pellegrinaggio attraverso l’Australia ma anche di delimitazione di territorio tribale, luogo sacro e percorso dell’Antenato, o di Walkabout, quando un aborigeno inizia a seguire la sua Via dei Canti e quindi si allontana da lavoro, comunità ed affetti, che può durare anche all’infinito o solo pochi giorni, e che letteralmente potrebbe sembrare vagabondare ma… non è così, oppure di Dreamtime, il Tempo del Sogno che equivale al periodo della Creazione ed a quello immediatamente precedente, tutti strettamente legati alla cultura religiosa e, allo stesso tempo, vere leggi non scritte.
La lingua dei segni
Oltre al linguaggio parlato anche un altro ha la sua importanza, quello dei segni o segnali. In mezzo al deserto dopo ore di guida solitaria se incrociate una vettura vedrete le mani dell’autista che impugnano saldamente il volante ed un indice alzato… niente paura, non siete stati insultati ma vi hanno solo detto Buon Giorno! 
Oppure sono ore che siete dietro ad un interminabile road train (50, a volte 70 metri di motrice con tre/quattro rimorchi), e lui mette la freccia insistentemente sulla destra… non sta sorpassando, vi segnala solo gentilmente che la strada davanti a lui è libera e potete superarlo senza alcun pericolo.
